Non potevo fare meglio di così.
Te lo sei mai detto?
Molto probabilmente sì, ma forse dopo un insuccesso lavorativo, avendocela messa tutta.
Oppure dopo una brutta litigata con chi ami, che non è finita come in realtà speravi.
Si tratta in entrambi gli esempi di episodi della tua vita. Di occasioni, momenti.
Se questa frase la pronunci in modo davvero sincero con te stesso, arrivi a definirti all’altezza della situazione seppure qualcosa – o molto – è andato storto. E questo va benissimo.
Hai fatto del tuo meglio. Cosa potevi chiedere di più a te stesso?
Una condizione diversa da questa è quando arrivi a dirti: non potevo fare meglio di così, riflettendo su tutta la tua vita, fino ad oggi.
Fai un esperimento.
Ripercorri i dolori del tuo passato, anche quelli che quasi hai smesso di nominare a te stesso. Le occasioni in cui qualcuno ha riso di te e ti sei sentito sbagliato. Un tuo grave lutto non compreso dai tuoi famigliari. Una tua richiesta di aiuto forte e chiara eppure rimasta inascoltata. Il non sentirti solido, ma perso, allo sguardo critico dei tuoi genitori.
Prova a dirlo: non potevo fare meglio di così.
Ascolta come ti senti.
La mia vita: non potevo fare meglio di così
Pensa a quanto la vita è complessa, a volte ingiusta, altre dolorosa sopra ogni tua possibile risorsa. Altre volte invece non hai proprio avuto
- il coraggio
- la forza
- la volontà
- il senso di sfida
per fare andare le cose come desideravi.
Questa è una lettura dei tuoi comportamenti e dei tuoi vissuti interiori, molto responsabilizzante.
Si tratta di una modalità per descrivere te stesso che prevede concetti come colpa, dovere individuale, insuccesso, senso di sconfitta, percezione di non essere all’altezza.
Eppure pensa: in realtà, per tutta la tua vita, non hai potuto fare meglio di come hai fatto.
Perchè noi uomini siamo un po’ come alberi nel vento che si adattano al contesto in cui sono cresciuti e stanno proseguendo nel tempo il loro esistere.
Tu, non potevi fare meglio di così.
Se a volte tratti male chi ami, sei depresso, hai gli attacchi di panico, non ti prendi cura, come la società prevede, dei tuoi genitori, hai un rapporto particolare con il cibo. Tutte queste cose nella tua vita hanno avuto, molto probabilmente, un senso adattivo.L’uso di sostanze
Desidero farti un esempio. L’uso di sostanze quasi mai è fine a se stesso, piuttosto, la sostanza ti fornisce un aiuto chimico per:
- essere ciò che vorresti
- ottenere una stabilità delle emozioni
- autorizzarti a vivere fuori da schemi troppo rigidi
- avere meno paura della tua ansia
- cambiare il tono del tuo umore.
Eppure chi usa sostanze viene spesso giudicato male, stigmatizzato, criticato e punito.
Ha ovviamente un senso la punizione, quello della tutela delle altre persone.
Tuttavia l’osservazione davvero utile che si può fare per attivare un cambiamento reale è: cosa ha fatto in modo che tu iniziassi? Se non avessi potuto fare altrimenti?!
Qui le cose possono cambiare perché esci dalla dimensione della colpa e dell’insuccesso.
Quando arrivi a dare senso alle tue imperfezioni cosa capita?
Cosa succede quando arrivi a dire a te stesso: fino ad ora, nella mia vita ho fatto il meglio di ciò che potevo fare date le mie premesse?
#1 Inizi ad autorizzarti a pensare che un cambiamento sia possibile
#2 Vedi tutto il tuo passato con più senso, non è sbagliato, è semplicemente ciò che è stato
#3 Gli altri diventano meno ostili
#4 Inizi a sviluppare qualcosa di definibile come il senso del tutto: tutto è interconnesso e questo aumenta il tuo potere sul contesto
#5 Esci dagli schemi di auto-punizione
Con questo articolo non voglio comunicarti che arrivare a dire a te stesso: non potevo fare meglio di così, sia un obiettivo semplice da raggiungere, serve senza dubbio un lavoro profondo su di sé. Servono sforzi. Motivazione. Fiducia.
Se cerchi uno psicologo psicoterapeuta a Genova, sentiti libero di contattarmi per avere maggiori informazioni.
PSICOTERAPEUTA GENOVA Dr. GAIA BERIO – psicologa psicoterapeuta a GENOVA – ARENZANO – ON-LINE per psiche.org
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