Essere “troppo” sensibile è una condizione molto spesso non individuata se non nel corso di una psicoterapia o di un percorso psicologico.
Grazie all’indagine scientifica della psicologa americana Elaine Aron – a partire dalla fine degli anni ’90 – il tema dell’alta sensibilità inizia ad essere gradualmente discusso.
La persona altamente sensibile – in inglese Highly Sensitive Person (HSP) – ha un tratto il cui termine scientifico è Sensory-Processing Sensitivity (SPS), tradotto: sensibilità di elaborazione sensoriale*.
Se sei troppo sensibile o una “persona altamente sensibile” venire a conoscenza di questa modalità base di funzionamento può esserti di grande aiuto per due motivi:
- ottenere una spiegazione del perché funzioni in un certo modo ti farà sentire meno sbagliato
- potrai sperimentare nuove strategie per convivere al meglio possibile con questo tuo modo di sentire e di essere.
Le caratteristiche della persona altamente sensibile
Sempre la psicologa Elaine Aron in un interessante video, fa riferimento all’acronimo D.O.E.S.
Di seguito sono elencate le caratteristiche di questo tratto di personalità innato*, proprio a partire dalla descrizione proposta dall’autrice al video in inglese linkato qui sopra.
#1. D. Depth Processing
Le persone HSP elaborano informazioni in modo più profondo degli altri. Si tratta di un processo più sofisticato.
#2. O. (Easily) Overstimulated
Si tratta dell’elemento doloroso, infelice del tratto. Gli HSP raggiungono molto facilmente un’attivazione. Se sei troppo annoiato o troppo sovra-stimolato non funzioni bene, l’ideale è una via di mezzo. Questo è anche ciò che rende molti HSP timidi: ad esempio possono pensare di essere brillanti per conto proprio, poi ad esempio vanno ad una festa dove sono sovra-stimolati, non riescono a pensare, a dire nulla, le persone attorno magari pensano che sono degli stupidi e così la volta dopo rinunciano ad un altro invito e la cosa peggiora e peggiora.
#3. E. Emotionally reactive/Empathy
Per elaborare l’informazione approfonditamente, possono essere necessarie (in alcuni casi) emozioni forti. I due elementi sono assolutamente connessi. Le persone altamente sensibili hanno più empatia e una maggiore attivazione dei neuroni specchio, connessi alla difficoltà a separare i propri sentimenti da quelli degli altri. Questo è ciò che permette di “leggere nella mente” degli altri, capire cosa sta capitando, cosa faranno le persone, essere loro di aiuto. Non ti rendi conto di funzionare in questo modo se non quando è fastidioso, scomodo, doloroso, in realtà si tratta di uno strumento potente.
#4. S. Subtle stimuli
Gli HSP sono consapevoli di stimoli sottili, tenui, impercettibili, che le altre persone non notano. In esperimenti di percezione visiva che valutavano i tempi di reazione e l’abilità di osservare i dettagli, le persone sensibili hanno risultati molto migliori dei non sensibili. Successivamente erano anche molto più stressati, rispetto alle altre persone.
HSP – un tratto innato
HSP – non si tratta di timidezza
Essere troppo sensibile: come difendersi?
Quali strategie allenare e integrare nella tua vita per ferirti meno?
#1. Tieni presente che l’alta sensibilità è una caratteristica non visibile agli altri
Se ti riconosci in questa categoria di popolazione non cesseranno automaticamente le conseguenze della tua alta sensibilità. Se fino ad ora hai dovuto gestirne gli effetti collaterali, non sapendo di essere un HSP, ora hai una marcia in più, dovuta dalla consapevolezza di conoscerti meglio. Pretendere che tutte le persone con cui hai a che fare ne siano altrettanto coscienti, non è però una buona mossa: sta a te trovare i modi giusti per adattarti ai contesti, magari evitando proprio quelli in cui senti di non funzionare come vorresti, per via di uno stress eccessivo. Per poi trovare gradualmente i modi migliori per esporti sempre di più, in una condizione di sicurezza.
#2. Vai più piano
In una condizione di sovra-stimolazione sensoriale ed emotiva, concederti una maggiore lentezza è una difesa sana, che ti permetterà di sentirti maggiormente attivo e competente nell’ambiente, quindi anche nelle tue dinamiche relazionali.
#3. Passa più tempo da solo
Serve a ricaricarti. Se il tuo cervello lavora di più rischia di perdere prima degli altri le sue energie.
#4. Impara a conoscere il tuo senso del limite e a rispettarlo
Vale il discorso del punto precedente in senso preventivo. Più conosci te stesso, meno ti troverai a doverti necessariamente isolare per recuperare le risorse perse. Con un senso del limite chiaro puoi selezionare i contesti ai quali adattarti – perché ne avrai dei vantaggi – filtrando quelli che invece non vale la pena fronteggiare.
#5. Circondati di bellezza e di stimoli arricchenti, evitando i contenuti violenti e dolorosi non necessari
Sicuramente – se fai parte di questa categoria di persone – gli stimoli negativi rischiano quasi di lasciare un’impronta nella tua mente, probabilmente li rielabori, rischiando di influenzare pesantemente le tue emozioni e i tuoi ricordi, portandoti nel vortice del pensiero eccessivo. Usa l’arte, la musica, la lettura, la cura delle piante, le passeggiate nella natura, per immergerti e assorbire le buone vibrazioni che questi stimoli di bellezza e armonia ti offrono. Sei tu per molti versi a decidere dove soffia il vento.
PSICOTERAPEUTA GENOVA Dr. GAIA BERIO – psicologa psicoterapeuta a GENOVA – ARENZANO – ON-LINE per psiche.org
Tel. 348 6028718
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Fonti
* https://hsperson.com/